Il 24 febbraio dell’anno 2003 ci lasciò il Grande Alberto Sordi un attore enorme che ha fatto in cinema e non solo tutte le “parti” possibili ed immaginabili dopo una “gavetta” incredibile sia da comparsa che da, bravissimo, doppiatore. Personalmente chi scrive ebbe la fortuna di conoscerlo bene nel 1969 quando recitò in “Nell’anno del Signore” facendo la parte di un frate. “Nell’anno del Signore” un film bellissimo di enorme successo diretto dal regista Luigi Magni un altro romano vero dalla Cultura e dalle Capacità inimmaginabili. Il cast di “Nell’anno del Signore” era quanto di meglio offriva all’epoca la Cinematografia Italiana e non solo, basta citare alcuni nomi: Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Claudia Cardinale ed Enrico Maria Salerno ed ovviamente il suddetto “gigante” che rispondeva al nome di Alberto Sordi. Ma andiamo ai fatti: Io ero appena entrato, grazie al mio “Secondo Padre” che si chiamava Sergio Leone, all’Ufficio Edizioni della Euro International Films, che il film lo produceva con la San Marco Film e lo distribuiva come Euro e nell’occasione conobbi, molto bene, Alberto Sordi. Ma la cosa non finì affatto lì in quanto Gli dissi che ero nato anch’io in Trastevere esattamente in Viale Glorioso “dove c’è lo Scalone” (scalea del Tamburino – 126 gradini) mi disse Alberto che era nato in Via di San Cosimato 7, al che si aprì, fra di noi due, un “portone” in quanto gli dichiarai che mio nonno Arnaldo ( il padre di mio padre Amerigo di cui porto il nome Arnaldo) era nato in piazza San Cosimato sopra la trattoria degli “Spaghettari”, mentre mio padre con suo fratello e le sue due sorelle erano nati ed avevano vissuto in Via del Mattonato e mia zia Quirina, sorella di mio nonno, possedeva, in Vicolo del Cinque una Osteria che si chiamava “la Stella Polare”. Al che Sordi, che mi era stato ad ascoltare con la massima attenzione, mi disse “che ero un Tresteverino vero e quindi mi riteneva una sorta di – Fratello di Quartiere – ”. Al che, considerando che ero alla presenza dell’Immenso Alberto Sordi, non mi trattenni più e gli sciorinai anche che i miei antenati Paolo, Giuseppe e Giovanni Gioacchini, trucidati in Via della Lungaretta sempre in Trastevere, insieme a Giuditta Tavani Arquati, riposavano al Mausoleo del Gianicolo accanto a Goffredo Mameli; a questo punto Alberto, visibilmente commosso, mi abbracciò fortemente dicendomi, se ero d’accordo, che eravamo, da quel momento in poi, Amici per Sempre. E la Cosa si rivelò più che vera quando lavorando poi all’Ufficio Provinciale della Mutua INAM e poi sempre alla SAUI Provinciale di Roma, sempre Via dell’Amba Aradam, passavo, con la mia cinquecento, tutti i giorni sotto la sua villa (dove il suo domestico, in caso di vittoria della A.S. Roma Calcio, issava sul pennone posto in giardino, in bella vista anche dalla strada, la bandiera con i colori della squadra della quale Alberto sapeva le formazioni a memoria). Un giorno Sordi, sceso in strada, mi fermò dicendomi: “Ahò Arnà tu passi tutti i giorni, all’andata e ritorno, sotto casa mia e nun me passi nemmeno a salutà”. Albè gli risposi: “ho paura sempre de datte disturbo con quello che Tu c’hai da fà”. Mandandomi, con un gran sorriso, ma molto romanamente, a quel paese, Sordi mi prese per mano e mi fece entrare nella sua villa da sogno (ora magnifico Museo) aggiungendo : “Tu basta che soni e dici chi sei e chiunque ce sia te apre, ce so e un ce so è uguale”. Ovviamente non approfittai mai di quell’ ”imperioso invito” chiedendo sempre se c’era il mio Carissimo Amico Alberto, con il quale passai varie ore insieme parlando di Trastevere della nostra Città, la Magnifica Roma, ed anche della nostra Squadra del Cuore e della comune intangibile fede che ci legava a tutte Tre. Ciao Alberto quanto me manchi ed ogni 24 febbraio che …. ti che me faccio ricordando, in particolare, la nostra comune immensa fede Tresteverina.
Arnaldo Gioacchini