Ancora una volta a Civitavecchia, si deve assistere alla estensione della guerra sui morti che caratterizza da qualche anno l’ANPI e le sue propaggini femministe. Non lieti di essersi contraddistinti qualche anno fa, per aver rubato un mazzo di fiori apposti presso la lapide che ricorda i caduti dei bombardamenti su Civitavecchia tra il 1943 e il 1945 – quando i loro nonni sabotavano le postazioni contraeree che difendevano la città; oggi si esibiscono in un nuovo numero da circo funebre.
Chiedono la revoca di un atto e prendono le distanze da una amministrazione che loro stessi hanno sostenuto. L’intitolazione di una rotonda alla Senatrice Mafalda Molinari, non solo è un atto dovuto in ragione della legittimità degli atti del consiglio comunale ma, e soprattutto, perché nella sua ferrea coerenza non ha mai rinnegato la sua identità e le sue radici politiche e ancor più, per aver sempre sostenuto numerosi enti, presenti sul territorio con tante iniziative anche in forma anonima, consolidandoli e proiettandoli nel futuro.
La “Signorina” Molinari, con cui collaborammo e ci confrontammo spesso duramente sulle sorti del Movimento Sociale Italiano, ha portato benessere e prosperità a Civitavecchia, il nome e l’immagine della stessa città nel mondo. Cionondimeno, non si è mai risparmiata con gesti di autentica solidarietà per chiunque ne avesse bisogno, sempre con la discrezione e il riserbo che la contraddistinguevano. Per tutto ciò non possiamo che ritenere più che legittimo riservarle un posto nella toponomastica della città, nonostante le ciarabattole di latta, ogni volta sollevate da associazioni che campano e fatturano ancora con l’antifascismo nel 2025.
Il direttivo del Centro Studi Aurhelio